Un piccolo preambolo storico. Impronte digitali!
Ormai tutti, in ogni angolo del globo, sappiamo cosa sono e come vengono utilizzati i dati a loro riguardo; da confronto per ricerche di colpevoli di qualche reato, ai fini archivistici e oggi per accedere alle funzioni di dispositivi elettronici (cellulari, tablet…).
In passato e in periodi insospettabili, venivano usati da antiche civiltà.
In Mesopotamia, quel territorio tra il Tigri e l’Eufrate, sono state ritrovate delle tavolette con impronte digitali utilizzate per transazioni commerciali. Era il 500 a.C.
Anche la Cina si è data da fare e nel VII secolo d.C. già firmavano documenti a scopo legale con le impronte.
In Europa nel XVIII secolo, avallando la loro unicità già conosciuta in tempi remoti, il metodo diventa applicabile in ambito forense.
Oggi, nella sua globalità, il rilievo delle impronte ha assunto anche metodo di controllo.
Ma si sa, la scienza va avanti, oggi oltre alle impronte ha una paritaria valenza il nostro codice più importante, il DNA, anch’esso unico per ogni individuo.
Ma si sa, la scienza va avanti, cosi viene fuori che anche l’iride ha la sua unicità.
Ok, perfetto un altro passo in avanti che ci conferma, qui potremmo entrare in argomentazioni spirituali, animiche e carnali, ma tralasciamo ad altre dissertazioni e affermiamo semplicemente che: siamo esseri irrevocabilmente unici.
Però, e si, viene subito fuori un però nelle nostre menti. Ovvero se prima questi dati erano usati come firma o come ricerca di un eventuale colpevole presente sulla scena di un crimine, oggi sembra che non si possa più fare a meno di raccogliere dati a tappeto.
Proprio in questo mese di maggio è partita l’idea di scansionare l’iride di più individui possibili.
L’”arduo” compito è stato assegnato a un’azienda privata di nome OpenAI (OpenAI è un laboratorio di ricerca sull’intelligenza artificiale costituito dalla società no-profit OpenAI, Inc. e da una sussidiaria for-profit), e proprio a San Francisco è partita la raccolta dati scansionando l’iride ai partecipanti.
È stato usato un lettore di forma sferica (in foto sopra), detto “Orb”.
Questo dispositivo acquisisce tutti i dettagli unici dell’iride, per ricondurli in seguito e in modo univoco, all’individuo proprietario dell’occhio, esattamente come con le impronte digitali.
In verità l’operazione di San Francisco non è nuova nel suo genere, già in passato la World Network (fondata nel 2019 come Worldcoin) è entrata in possesso di 12 milioni di scansioni, di altrettanti individui in Asia, Africa e America Latina. Sembra non sia chiaro il motivo e ha fatto discutere il metodo utilizzato per la raccolta dei dati.
Tanto è vero che organizzazioni sovranazionali e molti governi sono intervenuti ai fini di limitare le attività dell’azienda.
L’unione europea ha stabilito che chiunque volesse potrà chiedere la cancellazione dei propri dati raccolti.
Altri Paesi come il Kenya, il Brasile, l’Indonesia ha sospeso l’attività di raccolta dati.
L’Agenzia spagnola per la protezione dei dati (AEPD) (https://www.ft.com/content/204c1c81-7a6f-4a6a-907e-8782b9d1bed2) ha ingiunto alla World Network l’interruzione per la raccolta di dati biometrici in tutto il territorio spagnolo.
Il capo e cofondatore, Sam Altman, è anche CEO di OpenAI, la società sviluppatrice di ChatGPT. L’azienda opera a metà tra due dei settori che hanno generato più interesse negli ultimi anni: quello delle criptovalute e quello delle intelligenze artificiali.
Per l’Azienda in questione la raccolta dei dati biometrici è finalizzato solo allo scopo di potere, in un futuro ormai prossimo, identificare senza ombra di dubbio, con chi o con cosa si sta comunicando dall’altra parte del cavo. Essere Umano o una rete neurale? AI?
Quindi possiamo tranquillamente affermare che sarebbe come una sorta di firma digitale, come quella dei Sumeri sulla tavoletta.
Questo potrebbe essere anche un obiettivo condivisibile. Ma, qualche dubbio nasce nel momento in cui questa raccolta viene delegata a una società privata e, non meno importante, questa società paga per il “prelievo” e nella moneta creata dall’azienda stessa, la criptovaluta (Worldcoin) in un controvalore di pochi dollari.
Poco chiaro è lo scopo ultimo, in considerazione che una inchiesta del 2022 (https://www.technologyreview.com/2022/04/06/1048981/worldcoin-cryptocurrency-biometrics-web3/) risalta come i dati raccolti non si soffermavano soltanto all’iride, ma si propagavano anche ai dati del viso, del corpo, degli occhi, alla respirazione e ai battiti cardiaci.
Altra sentenza è apparsa in Europa (Italia) nei confronti della famigerata Università Bocconi, dove viene contestato l’uso di un software di pectoring (è una nuova tecnologia di AI con il compito di controllare il dispositivo usato dallo studente durante esami o interrogazioni. Nel frattempo acquisisce tanti dati per analizzare se l’esaminando sta copiando oppure no. Questo ha fatto scaturire non poche problematiche legate alla privacy). La “rivolta” degli studenti ha fatto scattare la denuncia, il tribunale prima e la cassazione dopo hanno confermato sanzionando la Bocconi per 200.000 €. Di seguito alcuni link per approfondire l’argomento:
https://www.milanotoday.it/attualita/multa-bocconi-esami-privacy.html
Non è facile non porsi dei dubbi, noi qui dall’altra parte del cavo, noi ancora esseri umani chiediamo chiarezza, verità e trasparenza, nient’altro. In cambio vi doniamo i 40 dollari in criptovaluta.
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